IO AMO IL MIO LAVORO 

Sabato  30 aprile ore 21,00
Se vi chiedessero della morte, che cosa direste a riguardo? La domanda corretta, però, è: chi mai vorrebbe parlare di morte? Si vive e si muore, ma vivere il concetto di morte è un processo complesso e personale. Abituati a conferirle un’accezione negativa, dimentichiamo che l’idea di morte benefica, portatrice di quiete e serenità per l’animo, è insita in noi dalle epoche più antiche. Questione di prospettive, insomma, di substrato culturale e sociale, più o meno radicato in noi. Ecco, quindi, un uomo, un monologo, che svela il quotidiano, quello composto di piccole abitudini e gesti automatici che ognuno di noi compie quasi ritualmente e… di scheletri nell’armadio. Una storia in bilico tra razionalità e follia, un labile confine tra ciò che appare giusto e ciò che può sembrare un errore. Una trama che scorre lineare, su quella soglia che ogni essere umano possiede, varcata la quale, i meccanismi della nostra mente possono improvvisamente dare libero sfogo alla loro identità più recondita. Tutto questo con Guglielmo Pavonessa, che per mestiere guida il carro funebre ed è un eccellente lavoratore, il migliore, per la precisione.

 

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