L’accademia di danza

eleonora

FILOSOFIA E CICLO VITALE DEL PROGETTO

Ci proponiamo di costruire un punto di riferimento per tutti coloro che hanno interesse allo sviluppo dell’attività teatrale, musicale e della danza. Diffondere l’educazione a tali arti come forma privilegiata di comunicazione, socializzazione e come veicolo di trasmissione della cultura e delle tradizioni della collettività locale, nazionale ed internazionale. Incrementare il patrimonio della cultura,agevolando gli apporti delle giovani generazioni, coinvolgendo la scuola ed utilizzando le risorse e gli strumenti di professionisti che vivono nell’area limitrofa a Gassino.

Il progetto e la proposta dell’associazione intendono radicarsi sul territorio attraverso proposte di attività e spettacoli significativi dal punto di vista culturale e del tessuto sociale che caratterizza l’area su cui si opera. Ma se lo spazio e i suoi abitanti rivestono un obiettivo privilegiato per l’intervento delle azioni condotte dall’associazione, esiste una seconda variabile, altrettanto delicata e significativa, che deve essere attentamente valutata all’interno di un progetto: il tempo. Rivolgendosi ai bambini, agli adolescenti e alle loro famiglie, e operando un lavoro di ricerca e riscoperta dei valori e del patrimonio locale, l’azione condotta dall’insieme delle iniziative promosse dalla scuola si caratterizza per il carattere della continuità e della riproducibilità. La presenza stabile sul territorio di una scuola che si evolve con i suoi abitanti e si fa luogo di crescita per i più giovani, permette di porre le basi per un luogo delle opportunità, che uniscono l’aspetto qualitativo a quello continuativo, pur salvaguardando il valore imprescindibile della varietà, senza la quale ogni processo creativo è destinato a cristallizzarsi e irrigidirsi sulle proprie posizioni.

Il tipo di formazione proposta è di tipo accademico, e prevede una scelta estremamente varia, tale da raggiungere pressoché la totalità dei gusti e degli interessi dei ragazzi e delle loro famiglie in modo trasversale: danza, teatro, studio degli strumenti, laboratori sperimentali, momenti di incontro e puro divertimento. Il nostro bacino d’utenza, proprio come un tempo il mercato, è estremamente vasto ed eterogeneo e risponde a un’intuizione illuminata e sensibile di una amministrazione comunale che ha investito capitali ed energie per restituire nuova vita proprio a quel punto nevralgico di incontro che è la piazza, il luogo degli scambi, della parola e delle relazioni.

Il nostro intento è quello di coinvolgere tutte le risorse di Gassino e delle zone limitrofe, con particolare cura nei confronti dei più giovani, per contribuire alla creazione di nuove generazioni educate alla sensibilità e all’orgoglio per il proprio senso di appartenenza, là dove tale concetto non si declina come difesa del proprio territorio dall’intrusione di estranei ma al contrario definisce un concetto di una cultura forte, capace di agire una vera inclusione dell’altro inteso come risorsa, premessa fondante per una società sempre più arricchita dal confronto con la diversità.

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PERCHE' MAGDELEINE G

L’associazione deriva il suo nome dal personaggio di Magdeleine G., signora della buona borghesia parigina che agli inizi del 1900, in stato d’ipnosi, danzava. La sua performance sonnambolica viene raccontata come un’esperienza memorabile. L’idea che ci ha fatto scegliere questo nome nasce dalla convinzione che l’arte rappresenti il luogo dell’anima in cui coltivare il proprio concetto di bellezza.

Magdeleine G.
Nella primavera del 1902 Magdeleine Guipet, nata a T’bilisi, Georgia, nel 1876, necessitando di una terapia per le forti emicranie che la affliggevano da tempo, si rivolse al Professor Ãèmile Magnin, studioso e praticante di Magnetoterapia a Parigi che la sottopose ad ipnosi.

Durante il trance ipnotico, Madeleine sembra particolarmente sensibile al suono del pianoforte e ai comandi vocali, tanto che ella si muoveva in modo armonioso nonostante non avesse mai preso lezioni di danza. Magnin decise di pubblicare i risultati dei suoi esperimenti a prova dell’enorme potenzialità creativa della mente inconscia. Ometterà il cognome della paziente, che diventerà per tutti Madeleine G.

Il talento inconscio di Magdeleine G. venne preso anche in considerazione dagli ambienti scientifici europei che in quel periodo stavano investigando sui fenomeni dell’inconscio, del medianico e degli effetti degli stati di trance, tra cui il famoso e stimato neurologo il barone Albert von Schrenck-Notzing che, nel 1904 organizzò per Magdeleine G. e il professor Magnin un viaggio a Monaco per organizzare delle esibizioni presso la Schauspielhaus alle quali venivano invitati medici, psicologi, scrittori e giornalisti.

E’ così che, prima a Monaco e poi in tutta la Germania, esplode questo sensazionale fenomeno parascientifico e parateatrale: Madeleine G., la danzatrice che dorme, o la danzatrice in sogno.

Albert von Keller e Gabriel van Seidl lavorarono come direttore artistico ed architetto per le esibizioni; Keller, Friedrich Auguste Kaulbach, and Franz von Stuck ebbero modo di fare degli schizzi e di dipingere Magdeleine durante le sue esibizioni mentre il fotografo svizzero Frèdèric Boissonnas organizzava gallerie a Parigi e Ginevra delle fotografie cliniche e artistiche della coreografia sonnambulistica di Magdeleine.
Il tour durò sette mesi e la Guipet si “esibì” seguita sempre da Magnin, a Vienna, Stoccarda, Parigi e Londra. La sua reputazione quale innovatrice della danza moderna, all’epoca, rivaleggiava con Isabelle Duncan, tanto che il pittore romantico

mag02 Jean-Lèon Gèròme e lo scultore Auguste Rodin, entrambi, pagarono Madaleine G. perchè si esibisse per ciascuno di loro privatamente nella sua danza in stato di trance ipnotico mentre Gustave Doret, (il direttore d’orchestra che diresse la prima esecuzione dell’opera di Claude Debussy ” Prèlude a l’après-midi d’un faune” nel 1894) ebbe a scrivere della sua ammirazione per Madgeleine G. definendola “la più straordinaria traduzione del ritmo e del pensiero musicale.”

“Madeleine indossa una tunica leggera e fluttuante di seta di colore tenue. Un velo dello stesso colore le avvolge le spalle. E’ una giovane donna piuttosto minuta e ben fatta, il capo ornato da lunghi capelli bruni, grandi occhi espressivi e bocca carnosa. Dritta in piedi di fronte a Magnin, in breve viene ipnotizzata, e cade in stato catalettico su una sedia. Ma quando da dietro un paravento si sentono giungere i primi accordi di una sonata per pianoforte, Madeleine si rizza in piedi e in lei si realizza una incredibile metamorfosi. Tutto il corpo si rianima come insufflato da una vitalità soprannatuturale, morbido, duttile, estremamente mobile e vibrante. Accompagna la musica con movimenti delle braccia e delle gambe, ma anche con espressioni vivacissime del volto. Gli spettatori sono attoniti: tutti sono concordi nel riconoscere il fascino arcano della sua esibizione e ancor più l’alto risultato estetico che Madeleine raggiunge per vie tanto imperscrutabili. Scienziati e critici si animano e si mobilitano con la più grande serietà. Medici e critici teatrali si interrogano sul fenomeno. Forse che in ogni artista entra una invisibile componente isterica che, sola, può liberare dalle catene dei condizionamenti della veglia le forze creatrici sepolte in lui? Dove risiede questa riserva di creatività? Solo alcuni possono attingere a questo serbatoio universale? O esso è accessibile all’intera umanità e la collega al ritmo cosmico dell’universo?

In campo teatrale, le riflessioni sollevate dalla danzatrice ipnotica sfoceranno principalmente nella danza, con l’importante mediazione di Georg Fuchs che imposterà proprio su Madeleine la sua teoria della danza come fondamento del teatro dell’avvenire. Madeleine, ignara e sognante aveva involontariamente imparato a danzare “con il profondo dell’anima rovesciato all’esterno”