ROCKSTARS – FOLLE DI SOLITUDINE

Sabato 30 Novembre h. 21:00 e Domenica 1 Dicembre h. 17:00
Compagnia Magdeleine G.  - un progetto di Patrizia Crepaldi e Silvia Gatti, Coreografie di: Patrizia Crepaldi, Federica Francese, Michael Fuscaldo, Silvia Gatti, Massimo Leanti

Musiche di:  Igor Stravinskij, Rolling Stones, Jimi Hendrix, Janis Joplin, The Doors, Nirvana, Amy Winehouse,

Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Kurt Cobain, Amy Winehouse, grandi Rockstar morte, incredibilmente, tutte a ventisette anni. È così che nasce il “27 Club”

Il 27 Club è diventato una delle coincidenze più misteriose e sorprendentemente tragiche nella storia del rock & roll. Il termine prese piede nel 1994, dopo la morte di Kurt Cobain, con gli appassionati di rock che collegarono la scomparsa del leader dei Nirvana a soli 27 anni con icone del calibro di Jim Morrison, Janis Joplin, Brian Jones e Jimi Hendrix – anche se ancora più curioso era il fatto che, negli anni 70, questi quattro artisti visionari morirono tutti a 27 anni, per lo più nel giro di due anni e i primi quattro, altra coincidenza curiosa, hanno nel loro nome o cognome la lettera J

Quando poi, nel 2011, anche Amy Whinehouse scomparve, sempre a 27 anni, il Club tornò di nuovo tragicamente sotto i riflettori.

Ma che cosa lega la musica di Igor Stravinskij, in particolare “La sacra della primavera” alla musica Rock?

Per prima cosa dobbiamo dire che la musica della Sagra ha lasciato un’impronta indelebile nella musica del Novecento, anche al di fuori dell’ambito strettamente classico/contemporaneo. Charlie Parker, uno dei padri del movimento bebop nel jazz, amava inserire nelle sue improvvisazioni delle citazioni da Stravinskij. Ornette Coleman, un altro grande musicista jazz, fa iniziare il suo brano Sleep Talk assegnando un tema della Sagra alla chitarra elettrica.

Ma è soprattutto il rito, la folla che si nutre del sacrificio, ecco la relazione che ci ha spinto in questa scelta, e a conferma di questo vogliamo citare le parole di Kurt Cobain, leader dei Nirvana, morto suicida,  lasciò una meravigliosa lettera culminante con “I love you, I love you“. Ma è proprio grazie a quella lettera che riusciamo ad aver ben chiaro quale fosse la vita di un artista, quali le cause che lo portano, all’apice del suo successo e della sua giovinezza, a togliersi la vita: Cobain ammette di non divertirti, di non essere più inebriato dalla folla.

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