Il Settimo Continente

Sabato 25 Gennaio 2020 ---  h. 21:00 ----

Le radice del Lavoro
“L’oceano è grande perché non respinge nessun fi ume” dett o cinese. Tutt o quello che abbiamo dimenti cato, che più non abbiamo amato, insomma che ci è servito e poi non più, ha sempre percorso i fi umi fi n dall’anti chità. Chissà se gli anti chi cinesi nel pronunciare il loro dett o avrebbero potuto immaginare che il grande oceano, la miti ca culla che ha dato vita a tutt o, e che
si è sempre inghiotti ta tutt o, avrebbe incominciato un giorno a sputare fuori, dopo averle masti cate, le chincaglierie che tutti gli abitanti di tutt o il mondo da sempre hanno dimenti cato. L’oceano ha il mal di pancia! Se ne è accorto da trent’anni Charles Moore, marinaio, esploratore, ambientalista, scritt ore che da Cristoforo Colombo dei giorni nostri denuncia (non con troppo successo) la scoperta, o meglio l’emersione, o più corrett amente “l’agglomerazione”
coatt a della più grande opera arti fi ciale mai costruita, la più grande improvvisazione ingegneristi ca mai concepita, e si sa dalle improvvisazioni nascono grandi cose. Al momento è grande tre volte la Francia ed è chiaramente visibile dallo spazio (altro che grande muraglia). È il Pacifi c Trash Vortex, per alcuni la grande zuppa di plastica, per i più fantasiosi l’Isola di Plasti ca.
La guida
Lo spettacolo è interpretato da tre attori, che sulla scena personifi cano tre qualificate guide turisti che, il cui scopo è propagandare una nuova e ancora inesplorata meta turisti ca: il Pacifi c Trash Vortex, ribatt ezzato nello spett acolo “Il Setti mo Conti nente”, il primo conti nente fatt o interamente di plasti ca. Le scene che si susseguono all’interno dello spett acolo sono dedicate alle sconvolgenti att razioni dell’isola, come fossero i diversi capitoli di una guida turisti ca: Usi e Costumi, Tradizioni
Popolari, Cucina, Come e Quando viaggiare, Atti vità Culturali, Atti vità all’aperto, Sport, Rischi e Pericoli. Lo sti le: come centrare il problema senza morale Il codice con il quale è strutt urato il lavoro è un codice comico-surrealista. Considerando che il tema dello spett acolo è di per sé molto ingombrante e il rischio che lo spett acolo si trasformi in una lezione è dietro l’angolo, la scelta si è orientata su un uti lizzo radicale e scienti fi co dell’ironia, come fosse una bussola, uti le a defi nire la direzione. L’uti lizzo di un’ambientazione stravagante, ci ha spinto verso una scritt ura basata su situazioni surreali colme di paradossi comici: tutt o sembra lontano dalla realtà, leggero, quasi frivolo. Al contrario invece ciò che racconti amo non è
di e con: Alberto Ierardi, Giorgio Vierda e Luca Oldani con il sostegno del: Teatrino dei Fondi-San Miniato, Earthink Festi val-Torino, Premio Giovani Realtà del Teatro-Udine e del Teatro Lux-Pisa Scenografi e: Chiara Bartali Luci: Alice Mollica
Il Settimo Continente
che ha dato vita a tutt o, e che rett amente “l’agglomerazione” sti ca: Usi e Costumi, Tradizioni
frutto di fantasia ma di esasperazione del reale, un esempio su tutti: l’isola di plastica (anche se non nella forma inventata nello spettacolo) esiste veramente. Lo spettacolo si pone l’obiettivo di esplorare in modo non convenzionale la relazione che intercorre tra l’essere umano e la plastica. Possiamo davvero farne a meno? Plastica è davvero solo sinonimo di distruzione? Se ci dimentichiamo che la plastica è stata inventata per migliorare la qualità della vita dell’essere umano (e così è stato), non siamo in grado di cogliere il grande conflitto che sta alla base di questa relazione: liberarsi di un materiale che ci ha liberato. La plastica ci ha cambiato la vita, non saremmo gli stessi, pochi possono ricordare com’era il mondo prima, e forse non siamo neppure più in grado di immaginare un mondo senza di lei. Siamo noi in questa relazione quelli che non vogliono divorziare. Su plastica e uomo si potrebbe scrivere un soggetto prendendo ispirazione dalla storia di una coppia in crisi: al matrimonio era tutto bellissimo, tutti felici, tutti che si baciano, tutti giovani… poi, come si dice, le relazioni svaniscono, languiscono, si rattrappiscono e finisce che ognuno guarda solo a sé stesso. Ed è lì che ci sentiamo usati, buttati via. Allora iniziamo ad accumulare, accumuliamo rancore, tristezza, invidia, frustrazione ecc. ecc., e nelle relazioni, si sa, l’accumulo non fa mai bene. Le relazioni finiscono quando ci sono gli accumuli. Ed è lì che ci viene l’illuminazione: se ci svuotiamo tornerà tutto come prima? E allora proviamo a svuotare, ma ormai l’accumulo è così grande che non ci resta che riciclare. E per un breve periodo si pensa di aver risolto il problema, di essersi ripuliti; ma la montagna di problemi è sempre lì, perché anche se gli accumuli cambiano forma, ormai è troppo tardi: non vanno più via. I Materiali La scenografi a, che rappresenta il Pacifi c Trash Vortex, è composta esclusivamente di materiale plasti co. Il materiale selezionato, raccolto dalla spazzatura, è stato lavato e successivamente agglomerato nella sua forma attuale. Anche i costumi saranno realizzati al 100% con materiale plasti co. Contaminazioni: percorsi civici ed ecologici oltre lo spett acolo Le residenze volte alla costruzione dello spett acolo e le date di replica saranno accompagnate, ove e quando possibile, da un laboratorio che abbia come tema il tragicomico rapporto tra l’essere umano e la plasti ca: con i partecipanti del laboratorio si giocherà alla creazione colletti va di una messa in scena corale che possa rispondere alla suggesti one: “la mia isola di Plastica”.
Un ulteriore elemento di partecipazione, che porrà al centro l’urgenza sociale, civile, politi ca ed ecologica del tema proposto, sarà rappresentato dalla modalità con cui saranno costruite le scenografi e. Le scenografi e e gli oggetti uti lizzati nel seminario e nella messa in scena fi nale saranno composti rigorosamente da rifi uti di plasti ca, recuperati negli adiacenti territori naturali (fi umi, spiagge, mari, oceani, boschi, prati ecc. ecc. ), lavati e assemblati insieme. I partecipanti del laboratorio e i membri della compagnia si ritroveranno insieme nel condividere questa prati ca di raccolta dei rifi uti . A conclusione del seminario, la scenografi a verrà regalata alla comunità teatrale ospite.

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